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Il segmento testuale De Felice è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 90Analitici , di cui in selezione 5 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Emilio Franzina, Noterelle e schermaglie. Gli smarrimenti di Clio in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - maggio - 31 - numero 3

Brano: [...] un suo autonomo significato e renderà fruibili, nel campo microstorico, sociale, orale ecc., le indicazioni e le raccomandazioni, rimaste sin qui generiche, di non pochi studiosi.
Fra essi, come s'è visto, ve ne sono alcuni spinti da preoccupazioni di tipo sicuramente scientifico, ma ve ne sono anche altri pungolati da malcelato livore ideologico e da timori materiali neanche tanto elegantemente mascherati. Questo è senz'altro il caso di Renzo De Felice il quale con faziosità superiore a quella di certi suoi facili capri espiatori liquida in maniera sbrigativa e alquanto discutibile « l'apporto diretto del 1968 alla storiografia » (banalizzato in termini di « protervia intellettuale, estrema ideologizzazione, riduzione del marxismo a mero economicismo e del lavoro storico a strumento di lotta politica
e rivoluzionaria... », De Felice, art. cit., p. 103), soltanto per scagliarsi, poi, contro il suo vero obiettivo polemico e cioè contro l'unica « scuola » sufficientemente organizzata e vivace la quale si rifaccia, in Italia, all'importante, ancorché non « epocale », rottura sessantottesca. Per il motivo non disprezzabile, si direbbe, che in campo contemporaneistico si tratta dell'unica area dissenziente
11 R. DE FELICE, La storiografia contemporaneistica italiana dopo la seconda guerra mondiale, in « Storia contemporanea », x, febbraio 1979, n. 1, p. 105.
12 S. LANARO, Modello veneto e storia nazionale, in AA.VV., Una via alla storia. Rinnovamento didattico e raccolta delle fonti orali, Venezia, Arsenale Coop. Editrice, 1980, p. 158.
13 G. MANACORDA, Rivoluzione borghese e socialismo. Studi e saggi, Roma, Editori Riuniti, 1975, p. 391.
350 NOTERELLE E SCHERMAGLIE
« servita » da strutture editoriali durevoli, dotata di periodici propri e di coperture finanziarie discrete.
Non sono in realtà i panni « cu[...]

[...]5, p. 391.
350 NOTERELLE E SCHERMAGLIE
« servita » da strutture editoriali durevoli, dotata di periodici propri e di coperture finanziarie discrete.
Non sono in realtà i panni « curiali » indossati dagli storici della nuova sinistra postsessantottesca che si raccolgono attorno a tribune abbastanza autorevoli come « Italia contemporanea » o come la « Rivista di storia contemporanea » ad assillare uno studioso del peso e dell'influenza di Renzo De Felice (il quale, infatti, dispone a sua volta di fondi e pubblici e privati di tutto riguardo e controlla esiti editoriali in gran copia). Ad allarmare il nostro massimo cultore del fascismo
e della sua storia contribuiscono invece, in pari grado, scoperte ragioni « concorrenziali » e, non ultima, la circostanza che riesce assai difficile sbarazzarsi dei propri piú scomodi contraddittori ove a divulgarne le idee e le acquisizioni di ricerca provvedano organi su cui non è lecito (ancora...) fulminare sic et simpliciter la scomunica dell'« autoesclusione dalla storiografia e dal campo scientifico » [...]

[...]po d'intervento microstorico dovrebbero conservare agli occhi dei loro critici piú corrosivi una minima patente di credibilità professionale.
Sul fatto che la storiografia di nuova sinistra abbia conseguito, limitatamente al piano della ricerca documentaria, « risultati non privi di interesse », non è assolutamente il caso d'insistere anche perché il feticismo delle fonti che avvicina l'impianto mentale e teorico dei positivisti in ritardo alla De Felice alle tradizionali inclinazioni dei vecchi eruditi ed accatastatori di dati è già stato piú volte criticato 14. Ma sul tentativo di esorcizzare lo spettro di nuove situazioni fluide e progressive e di stornare la concreta minaccia di frattura incombente sui corpi istituzionali e coesi della storiografia accademica o « accreditata », occorre riflettere perché nessuno può piú credere oggi che la « questione della strutturazione delle ricerche e degli scambi sia secondaria » 15
Il problema concreto dell'organizzazione del lavoro storico e delle sue forme di sostentamento richiama alla mente in m[...]

[...]ca stavolta, non farebbe che stravolgerli e aggravarli.
Anche se non potranno mai contare su appoggi influenti e su patrocinii italiani e stranieri difficilmente discutibili, preferiamo augurarci, quindi, che siano destinati a incontrare, coll'andar del tempo, maggiore successo (di critica e di pubblico, ma altresí di risultati effettivi) gli « storici selvaggi » e di complemento revocati in luce dalla temperie postsessantottesca e detestati da De Felice e consorti. La loro irruenza e i cambiamenti ch'essa sta a significare invogliano a protrarre e a precisare lo sforzo di ricerca d'immagini storiche alternative, ma alternative davvero, rispetto a quelle trasmesse dai gruppi dominanti di cui le proposte della storiografia sociale cattolica costituiscono solo una smaliziata variante.
EMILIO FRANZINA
16 Cfr. E. FRANZINA, Merica! Merica! Emigrazione e colonizzazione nelle lettere dei contadini veneti in America Latina, Milano, Feltrinelli, 1979, p. 27.
lz Importanti, anche se qua e là pleonastici, risultano i volumi dedicati all'illustrazione[...]



da Giorgio Rochat, Varietà e documenti. Il genocidio cirenaico e la storiografia coloniale in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - luglio - 31 - numero 4

Brano: [...]iò la storiografia nazionalfascista lo ha sempre taciuto, rinunciando a collegare le cifre pur disponibili, riportate ad esempio da autorevoli studiosi francesi come il Déspois e il Miège. Questo preconcetto rifiuto della realtà documentata, quando turbi la difesa a oltranza della « civilizzazione » fascista in Libia, diventa poi la copertura dei silenzi della storiografia moderata: valga l'esempio della monumentale biografia di Mussolini del R. De Felice, che tace sulle operazioni di riconquista e pacificazione della Libia (come poi sulla repressione della resistenza abissina) e sulle responsabilità personali del dittatore, sempre minutamente informato e spesso incitatore a nuovi massacri 16
E allora ribadiamolo chiaramente, senza badare alle proteste dei colonialisti nostalgici: per schiacciare la disperata resistenza delle popolazioni del Gebel cirenaico, Badoglio e Graziani (subito coperti da De Bono e Mussolini) non esitarono a pianificare un autentico genocidio, che coinvolse approssimativamente 120130.000 seminomadi, in pratica tutti g[...]

[...]o, 26 aprile 1934, in ACSFG (archivio centrale dello stato, fondo Graziani) busta 5, fascicolo 9, sottofascicolo 6.
15 Anche J. L. MIEGE, pur dando cifre lievemente diverse, arriva alle stesse conclusioni: « La `pacification' avait, entre 1926 et 1932, entraîné la disparition de près de 9/10° du cheptel (réduit de 898.000 à 106.000 têtes) » (op. cit., p. 180).
16 Rinvio alla mia recensione Il quarto volume della biografia di Mussolini di Renzo De Felice, in « Italia contemporanea », 1976, n. 122, pp. 89102.
17 Il governatore Badoglio al vicegovernatore Graziani, 20 giugno 1930, in ACSFG, b.1, f2, sf.2. Anche Graziani scrisse e pubblicò che « il governo [era] freddamente disposto a ridurre le popolazioni alla piú squallida fame » (R. GRAZIANI, Cirenaica pacificata, cit., p. 105).
18.11 totale di 80.000 deportati è attestato da diverse fonti italiane (Giglio, una relazione parlamentare, Graziani) e da EvansPritchard (cfr, il mio articolo 1973). Sulla scorta della citata lettera di Graziani del 2 maggio 1931, che dà appunto un totale di oltre[...]



da Giovanni Battista Bronzini, Varietà e documenti. Togliatti e i canti popolari [scritto del 1953, per metà inedito [quadre nel testo]] [e trascrizione documento di Rocco Scotellaro [quadre di catalogo]] in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - luglio - 31 - numero 4

Brano: [...]icare nella singola persona l'anima collettiva.
Inoltre, proprio negli scritti del De Martino, si rileva una certa disattenzione per l'elemento già colto, per l'intellettuale, il piccolo borghese pervenuti all'adesione o all'aperta amicizia per i contadini e gli operai. Il lavoro progres
4 Vedi Togliatti e il Mezzogiorno dell'Istituto Gramsci, Sezione pugliese, 2 voll., « Atti del convegno tenuto a Bari il 234 novembre 1975 », a cura di Franco De Felice, Roma, Editori RiunitiIstituto Gramsci, 1977; in particolare G. DE GIOVANNI, Togliatti e la cultura meridionale, I, pp. 249308: 284285.
446 VARIETÀ E DOCUMENTI
sivo, di cui quegli elementi sono capaci, risulta come fatto accertato che occorre, pertanto, mettere in tutta evidenza.
Personalmente ho avuto tutta un'esperienza di chi ha « studiato » in molte di queste manifestazioni, generalmente definite popolari. E, volte a volte, mi sono trovato a essere sia principale autore sia semplice collaboratore con la modestia e l'orgoglio che dà il lavoro comune.
Si capisce che il carattere popolar[...]



da Recensione di Maria Luisa Vecchi su Cesare Musatti, Il pronipote di Giulio Cesare, Mondadori, 1979, pp. 264 in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - maggio - 31 - numero 3

Brano: [...]rsi popoli, classi e individui che pur vivono nel medesimo tempo cronologico » (cfr. R. Bodei, Filosofia, in La cultura del '900, Milano, Gulliver, 1979; cfr. anche, e soprattutto, R. Bodei, Multiversum. Tempo e storia in Ernst Bloch, Napoli, Bibliopolis, 1979). Da notare poi che allo stesso Bloch la nozione di noncontemporaneità (centrale nel suo lavoro) permette di elaborare un'analisi del nazismo (tra l'altro, Bloch non è neppure citato in R. De Felice, Le interpretazioni del fascismo, Bari 1971) molto piú profonda e originale che non i vari sociologi o marxisti ortodossi, e molto vicina a quella di Fachinelli. Anzi, ci sembra, le ipotesi di Fachinelli confermano piú a fondo quelle di Bloch, e, spiegano, insieme, il tempo e i modi del manifestarsi del nazifascismo, e, in particolare, perché il fascismo come il nazismo — detto « giacobinismo del mito » da Bloch — riuscirono a « utilizzare i ceti ungleichzeitig » (R. Bodei, Multiversum, p. 35), cioè i ceti contadini e piccoloborghesi.
Il contributo di Bloch, su questo punto, ci sembra prezio[...]



da Recensione di Federico La Sala su Alvio Facchinelli, La Freccia Ferma. Tre tentativi di annullare il tempo, Milano, L'Erba Voglio, 1979, pp. 176 in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - maggio - 31 - numero 3

Brano: [...]rsi popoli, classi e individui che pur vivono nel medesimo tempo cronologico » (cfr. R. Bodei, Filosofia, in La cultura del '900, Milano, Gulliver, 1979; cfr. anche, e soprattutto, R. Bodei, Multiversum. Tempo e storia in Ernst Bloch, Napoli, Bibliopolis, 1979). Da notare poi che allo stesso Bloch la nozione di noncontemporaneità (centrale nel suo lavoro) permette di elaborare un'analisi del nazismo (tra l'altro, Bloch non è neppure citato in R. De Felice, Le interpretazioni del fascismo, Bari 1971) molto piú profonda e originale che non i vari sociologi o marxisti ortodossi, e molto vicina a quella di Fachinelli. Anzi, ci sembra, le ipotesi di Fachinelli confermano piú a fondo quelle di Bloch, e, spiegano, insieme, il tempo e i modi del manifestarsi del nazifascismo, e, in particolare, perché il fascismo come il nazismo — detto « giacobinismo del mito » da Bloch — riuscirono a « utilizzare i ceti ungleichzeitig » (R. Bodei, Multiversum, p. 35), cioè i ceti contadini e piccoloborghesi.
Il contributo di Bloch, su questo punto, ci sembra prezio[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine De Felice, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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